In questa guida spieghiamo quali sono gli aggettivi interrogativi e mettiamo a disposizione frasi d’esempio.
Gli aggettivi interrogativi servono a domandare la qualità, l’identità, la quantità del sostantivo cui si riferiscono. Essi sono
Vediamo ora uno per uno gli aggettivi interrogativi:
che è invariabile ed equivale a ‘quale’, rispetto a cui è di uso più comune nella lingua parlata:
che lavoro fai?; che strada prendi?;
che libri leggi di solito?; che novità ci sono?;
quale è variabile nel numero, ma non nel genere; si usa per formulare una domanda sulla qualità (quali intenzioni hai?) o sull’identità (in quale città ti hanno trasferito?). Al singolare può subire il troncamento in qual davanti a vocale e talora anche davanti a consonante:
qual è la tua opinione?; qual buon vento ti porta?
Un errore molto comune è scrivere qual è con l’apostrofo;
quanto è variabile nel genere e nel numero; serve per chiedere la quantità:
quanto denaro hai speso?; quanta pasta vuoi?;
quanti anni hai?; quante persone avete invitato?
Che, quale e quanto si usano anche nelle proposizioni interrogative indirette (quelle, cioè, in cui la domanda è introdotta da un verbo e non richiede il punto interrogativo):
mi domando che motivo hai per trattarci così;
dimmi a quali conclusioni sei giunto;
Questi tre aggettivi possono anche avere funzione esclamativa.
Frequentemente, soprattutto nella lingua parlata, s’incontra che in unione con un aggettivo qualificativo da solo, senza alcun sostantivo: che bello; che simpatico. Secondo alcuni grammatici tali espressioni non sarebbero corrette: che, infatti, essendo aggettivo, andrebbe accompagnato da un sostantivo. Ma si tratta di un utilizzo ormai affermato e quindi da accettare.