In questa guida spieghiamo quali sono gli aggettivi numerali e mettiamo a disposizione frasi d’esempio.
Per esprimere il concetto di numero, l’italiano si serve principalmente degli aggettivi numerali, che si distinguono in:
cardinali: uno, due, tre…
ordinali: primo, secondo, terzo…
moltiplicativi: doppio, triplo…
Quella dei numerali è in realtà una categoria grammaticale alquanto eterogenea: comprende infatti sia aggettivi («quattro persone»), sia sostantivi («è uscito il nove sulla ruota di Napoli»), sia pronomi («c’erano entrambi.)
AGGETTIVI NUMERALI CARDINALI
I numerali cardinali, così chiamati perché costituiscono il “cardine” della numerazione, determinano una quantità numerica precisa, al contrario di aggettivi come poco, molto, tanto ecc. che abbiamo visto indicare una quantità indefinita.
Sono invariabili, all’infuori di uno, che al femminile fa una, e di mille, che ha come plurale la forma -mila derivata dal latino (duemila, tremila, centomila); inoltre una si tronca e si elide secondo le regole dell’articolo indeterminativo: un banco, un albero, un’anitra.
I composti con uno (ventuno, trentuno e così via) possono subire il troncamento:
ventun anni, trentun giorni, ottantun righe.
I composti che finiscono in -tre vanno accentati:
ventitré, trentatré, centotré.
Le decine da venti in poi, unite a uno o a otto, troncano la vocale finale: ventuno, ventotto, trentuno, trentotto.
La caduta dell’ultima vocale si può avere anche con cento:
centuno (ma si preferisce centouno), centotto.
I numeri costituiti da più elementi si scrivono uniti:
trentadue, settantaquattro, duecento.
Tuttavia i composti che hanno come primo elemento cento o mille possono anche scriversi staccati, inserendo tra i due numeri la congiunzione e:
cento e uno, mille e due.
Quando uno non si fonde con il numero maggiore, ma è unito ad esso per mezzo di e, si ha l’accordo con il sostantivo:
cento e una pagina (o centouno pagine);
le mille e una notte (titolo di una celebre raccolta di novelle arabe).
Anche i multipli del milione (mille migliaia) e del miliardo (mille milioni) si scrivono staccati, ma senza congiunzione:
due milioni, tre miliardi.
Milione e miliardo non sono aggettivi, ma sostantivi; essi formano il plurale regolarmente e sono seguiti dalla preposizione di: due milioni di dollari, tre miliardi di euro. Si omette la preposizione quando precedono altri numeri: cinque milioni trecentomila euro.
I numerali cardinali, oltre che in lettere, possono essere scritti in cifre: 1 (uno). 2 (due), 3 (tre). 4 (quattro) ecc. Tali cifre, usate soprattutto nel campo matematico, si chiamano arabe perché questo sistema di rappresentazione dei numeri ci è stato trasmesso dagli Arabi durante il Medioevo. Prima dell’introduzione dei numeri arabi, in Occidente ci si serviva dei numeri romani, che ora sono passati ad indicare gli ordinali.
L’uso delle cifre è richiesto nei testi tecnici e scientifici, e anche per indicare le date e per rinviare alle pagine di un libro. Negli altri casi è generalmente preferibile ricorrere alla scrittura in lettere.
Uso dei numerali cardinali
I numerali cardinali abitualmente si premettono al sostantivo:
una tragedia in tre atti;
un animale a quattro zampe;
i dieci comandamenti.
Si possono trovare posposti in particolari contesti, per esempio in certa terminologia scientifica:
un segmento della lunghezza di cm 22;
un blocco di marmo del peso di chili 30;
o nel linguaggio giuridico, nei dispositivi delle sentenze: il tribunale condanna l’imputato alla pena di mesi otto di reclusione;
in tali contesti, l’accordo tra il nome e il numerale riguarda solo il genere: il nome va al plurale anche se il numerale è uno:
un litro ma litri uno;
una giornata di cammino ma giornate di cammino una.
Soltanto nell’indicazione del primo giorno del mese si adopera l’ordinale al posto del cardinale:
il primo maggio è la festa del lavoro.
A volte i numerali cardinali vengono usati con valore generico e indeterminato, come se fossero aggettivi indefiniti:
raccontami tutto in due parole (‘in poche parole’);
esco a fare quattro passi (`una breve passeggiata’);
te l’ho ripetuto cento volte (‘molte volte’);
ho mille cose da fare (‘tante cose’).
Oltre che nell’indicazione delle ore e delle date, i numerali cardinali vengono sostantivati in molti altri casi:
è un uomo sui cinquanta; di scarpe porto il quaranta; è una notizia sicura al cento per cento; la spedizione dei Mille.
AGGETTIVI NUMERALI ORDINALI
I numerali ordinali, come dice la parola stessa, indicano l’ordine di successione in una serie numerica.
A differenza dei cardinali sono tutti variabili nel genere e nel numero, e quindi si accordano al sostantivo come gli aggettivi qualificativi della prima classe.
I primi dieci ordinali hanno ciascuno una forma particolare derivata dal latino:
primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono, decimo.
Tutti gli altri, dall’undici in poi, si formano aggiungendo il suffisso -esimo al numero cardinale, che nella composizione generalmente perde la vocale finale:
undicesimo, ventesimo,
trentatreesimo, centesimo.
Si noti che mille non si trasforma in -mila come nei cardinali:
duemillesimo,
tremillesimo,
decimillesimo.
Accanto alle forme undicesimo, dodicesimo, tredicesimo e così via, possiamo trovarne altre di uso limitato, letterario: decimoprimo, decimosecondo (e duodecimo), decimoterzo, vigesimo. Queste forme si adoperano soprattutto con riferimento a regnanti, secoli: Luigi decimosesto, il secolo decimonono. Ma anche in tali casi prevalgono le forme in -esimo.
Come si è già accennato, gli ordinali possono essere scritti in cifre romane, chiamate così perché questo era il sistema di rappresentazione dei numeri usato dagli antichi Romani.
Gli ordinali possono anche essere rappresentati con le cifre arabe accompagnate dalla lettera esponente o per il maschile, a per il femminile posta in alto a destra:
1o (primo), 2o (secondo), 3a (terza), 4a (quarta) ecc.
Al pari dei numerali cardinali, anche gli ordinali precedono di solito il sostantivo:
abbiamo viaggiato in prima classe;
ho prenotato una poltrona di seconda fila;
abito al terzo piano.
Si pospongono nell’indicare l’ordine di successione di sovrani, principi: in questo caso si scrivono sempre in numeri romani:
Enrico IV, Vittorio Emanuele II.
Si pospongono inoltre nelle scritte:
capitolo nono, paragrafo settimo, atto quarto, scena prima, canto quinto, classe seconda, fila ottava, aula sesta.
I numerali ordinali si adoperano per indicare i secoli: il primo secolo va dall’anno 1 all’anno 100, il secondo dal 101 al 200, il terzo dal 201 al 300 e così di seguito. I secoli, a partire dal XIII. vengono indicati con numeri cardinali sostantivati, scritti anche con la lettera maiuscola e sottintendendo mille:
È molto frequente l’uso dei numerali ordinali come sostantivi:
in salita bisogna innestare la seconda (marcia);
è stato promosso in terza (classe);
abbiamo ascoltato la sesta (sinfonia)di Beethoven:
ha impiegato cinque ore, quattro (minuti) primi e due (minuti) secondi.
AGGETTIVI NUMERALI MOLTIPLICATIVI
I numerali moltiplicativi indicano una quantità due, tre o più volte maggiore di un’altra:
a me un whisky doppio;
per il lavoro notturno ricevo un compenso triplo;
è necessaria una spesa quadrupla di quella prevista.
Usati con l’articolo, acquistano valore di sostantivi: 12 è il doppio di 6, il triplo di 4, il quadruplo di 3.
Appartengono ai moltiplicativi anche duplice, triplice, quadruplice ecc. Il loro significato non coincide esattamente con quello di doppio, triplo, quadruplo ecc.. perché non determinano quante volte una cosa è più grande di un’altra, ma indicano che una cosa è costituita da due, tre o più parti, che ha due, tre o più scopi, che serve a due, tre o più usi:
la Triplice Alleanza fu stipulata nel 1882fra Italia, Austria e Germania.
Tuttavia spesso i due tipi di aggettivi vengono impiegati come sinonimi:
una fattura in duplice copia (o in doppia copia).
L’uso dei moltiplicativi è piuttosto ridotto e in genere limitato ai primi numeri; in molti casi vengono sostituiti da espressioni equivalenti:
questa strada ha una lunghezza cinque volte maggiore dell’altra (invece che quintupla).
NUMERALI FRAZIONARI, DISTRIBUTIVI, COLLETTIVI
Oltre ai cardinali, agli ordinali e ai moltiplicativi, esistono altre categorie di numerali, che a differenza dei precedenti non hanno quasi mai funzione di aggettivi: sono i numerali frazionari, distributivi e collettivi.
I numerali frazionari indicano una o più parti di un tutto; sono sostantivi e si ottengono unendo i numeri cardinali a quelli ordinali:
Per indicare la divisione dell’unità in due parti si adoperano i termini metà e mezzo: 4 è la metà (o un mezzo) di otto. Mezzo può essere usato anche come aggettivo: mezzo litro, mezza porzione, mezze misure.
I numerali distributivi indicano il modo in cui sono distribuite persone o cose; sono locuzioni del tipo: ad uno ad uno, a due a due, a tre a tre, (uno) per uno, (due) per due, tre alla volta, quattro per ciascuno, ogni sei.
Per esempio:
mettetevi in fila per due; entrarono uno per volta (o uno alla volta).
I numerali collettivi indicano un insieme numerico di persone o cose. Sono in gran maggioranza sostantivi:.
paio, coppia, decina, dozzina, ventina, trentina, centinaio, migliaio.
Alcuni di essi hanno valore approssimativo:
ha una cinquantina d’anni (‘circa cinquant’anni’);
è un fascicolo di un centinaio di pagine;
ho in tasca un centinaio di euro.
Altri numerali collettivi sono:
i sostantivi che indicano un periodo di due, tre, quattro o più anni: biennio. biennio, quadriennio, decennio, ventennio;
i sostantivi che indicano un periodo di due, tre, quattro o sei mesi: bimestre, trimestre, quadrimestre, semestre;
i sostantivi che indicano una composizione musicale per due, tre, quattro o più esecutori: duetto (o duo), trio, quartetto, quintetto, sestetto;
i termini usati nel gioco del lotto e della tombola: ambo, terno, quaterna, cinquina;
i termini della metrica: terzina, quartina, sestina, ottava.
Tra gli aggettivi ricordiamo ambedue, che è invariabile, e entrambi, che ha il femminile entrambe. Significano ‘tutti e due’ e, analogamente all’aggettivo tutto, precedono l’articolo che accompagna il nome cui si riferiscono:
ambedue i fratelli, ambedue le sorelle,
entrambi gli occhi, entrambe le mani.