II predicato è ciò che viene detto a proposito del soggetto.
Il predicato si distingue in due specie: nominale e verbale.
Predicato Nominale
Il predicato nominale è quello costituito dall’insieme “verbo essere + un aggettivo o un nome”. La voce del verbo essere si dice copula ‘legame’. L’aggettivo o il nome unito al verbo essere si dice parte nominale del predicato o anche nome del predicato o anche, ma solo nel caso sia un aggettivo, aggettivo predicativo.
Il verbo essere si chiama copula, cioè ‘legame’, perché lega il soggetto alla parte nominale. Nel fare l’analisi logica si può dire:
il vestito – è bianco
soggetto – pred. nominale
oppure, più analiticamente:
il vestito – è – bianco
soggetto – copula – parte nominale
Come abbiamo detto, la parte nominale può anche essere chiamata nome del predicato: il vestito (nell’esempio citato prima) è parte nominale o nome del predicato; bianco è parte nominale o nome del predicato (o anche aggettivo predicativo). In ogni modo è sconsigliabile chiamare la parte nominale “attributo”, come pure fanno alcuni autori.
La copula si accorda con il soggetto in numero e persona; per quanto riguarda invece la parte nominale, bisogna distinguere due casi:
-se la parte nominale è un sostantivo che non cambia dì genere, si accorda con il soggetto soltanto nel numero:
il faggio è una pianta; i faggi sono piante;
-se la parte nominale è un sostantivo che cambia di genere o un aggettivo, si accorcia con il soggetto nel genere e nel numero:
Alberto Moravia è uno scrittore; Natalia Ginzburg è una scrittrice; la torta è buona; le torte sono buone.
Predicato Verbale
Il predicato verbale è costituito da un verbo predicativo. I verbi predicativi sono quelli che hanno un significato compiuto e possono essere usati anche da soli:
Giovanna – passeggia
soggetto – pred. verbale
Il tenore canta
soggetto – pred. verbale
Il predicato verbale si accorda con il soggetto in numero e persona: io canto, noi cantiamo, Marco e Claudio cantano.
Quando il predicato verbale è rappresentato ha una voce composta (ausiliare avere o essere + participio passato), il participio passato rimane invariato se l’ausiliare è avere, mentre concorda in genere e in numero con il soggetto se l’ausiliare è essere:
Maria ha studiato, Carla e Maria hanno studiato;
Maria è partita, Carla e Maria sono partite.
Il verbo essere quando significa ‘esistere, stare, rimanere, abitare, risiedere, vivere, trovarsi, appartenere’ costituisce un vero e proprio predicato verbale:
Il signor Rossi è al numero otto;
c’è qualcuno nella stanza;
questa auto è di mio fratello.
I verbi passivi si devono considerare predicati verbali, perché il verbo essere ha in tal caso funzione di ausiliare:
il libro è stato letto; l’orologio sarà riparato.
Il verbo essere ha funzione di ausiliare anche nei tempi composti di numerosi verbi intransitivi, dei verbi riflessivi e dei verbi intransitivi pronominali:
Siete arrivati in ritardo;
Marco si è pettinato;
Carla si è vergognata.
I verbi servili come dovere, potere, volere, e i verbi fraseologici come cominciare a, stare per, smettere di formano con il verbo da essi retto un tutto unico, e perciò si analizzano come un solo predicato:
Mario – vuole partire
soggetto – pred. verbale
Piero – cominciò a parlare
soggetto – pred. verbale
Verbi come parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire, risultare, nascere sono eletti copulativi (da copula ‘legame’) perché servono a collegare il soggetto a un nome o a un aggettivo; essi, pur avendo un proprio significato, debbono in alcune circostanze completarlo mediante un complemento predicativo. Per esempio:
Mario riesce simpatico; la situazione rimane tranquilla.
Come si può vedere, simpatico serve a completare il senso di riuscire, così come tranquilla serve a completare il senso di rimanere; simpatico e tranquilla si dicono complementi predicativi perché «completano» in un certo modo il significato del predicato. I verbi riuscire e rimanere hanno in questo caso un valore simile a quello della copula, in quanto legano il soggetto (Mario, la situazione) al complemento predicativo (simpatico, tranquilla); in altri casi, invece, sono verbi predicativi: non è riuscito nell’impresa; rimango a casa.
Il predicato con verbo copulativo sta, per così dire, a metà strada fra il predicato nominale e il predicato verbale; nel fare l’analisi logica si dirà:
Mario – riesce – simpatico
soggetto – pred. con verbo copulativo – comppl. predicativo
Accanto ai verbi copulativi vi sono altri verbi che si possono costruire con il complemento predicativo: i verbi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi.