Il soggetto è un componente fondamentale della frase, il quale completa il significato del predicato.
Il soggetto concorda con il predicato nel numero e nella persona; concorda anche nel genere quando quest’ultimo è espresso:
il ragazzo canta
la pioggia cade
il cane abbaia
la gentilezza conquista il prossimo;
in queste frasi il ragazzo, il cane, la pioggia, la gentilezza sono soggetti. Negli esempi ora citati il soggetto concorda con il predicato nel numero e nella persona; nelle frasi l’operaio è tornato a casa / l’operaia è tornata a casa la concordanza riguarda anche il genere.
Qualunque parte del discorso può fare da soggetto: il nome (v. gli esempi finora citati), il pronome, l’aggettivo, il verbo:
tu (pronome) lavori;
l’onesto (aggettivo sostantivato) ha prevalso sull’utile;
errare (verbo) è umano.
Anche l’articolo, la preposizione, la congiunzione, l’avverbio, l’interiezione possono fare da soggetto quando la lingua parla di se stessa.
«il» è un articolo;
«di» appare venti volte in questo brano;
quel «ma» non mi piace affatto;
«velocemente» è un avverbio;
«ahi» indica dolore.
Anche un’intera proposizione può fare da soggetto:
è evidente che vi siete sbagliati;
mi piace andare a zonzo per le strade.
Il soggetto non occupa sempre il primo posto nella frase:
finalmente Gioacchino arrivò;
domani Piero bagli esami.
Generalmente il soggetto precede il verbo; tuttavia può anche seguirlo, soprattutto se si vuoi dare ad esso un particolare rilievo:
non parla mai il nostro amico;
o se si vuole evidenziarlo mettendolo in contrasto con un altro possibile soggetto:
l’ho visto io, non tu.
Infine andrà ricordato che, con alcuni verbi intransitivi, la posizione normale del soggetto è quella postverbale:
domani arriva Giorgio;
è successo un problema. ha telefonato tuo fratello;
Il soggetto può essere sottinteso in varie circostanze, per esempio
1. quando risulta chiaro dal contesto precedente:
arrivò alle cinque e si trattenne con noi per un’ora;
2. nella risposta a una frase già provvista di verbo:
”viene Mario?›. «viene»;
3. in una serie di proposizioni che hanno tutte lo stesso soggetto (questo di solito appare soltanto davanti alla prima proposizione):
Giacomo arrivò al portone, lo aprì, salì di corsa le scale, in un baleno entrò nel suo appartamento, corse al telefono.
Si ricordi che il pronome soggetto è sovente omesso:
se resto, restate;
andiamo tutti in piazza, dove ci incontrerete.
La linguistica moderna cerca di definire il soggetto in base a criteri formali, cercando cli evitare il più possibile delle definizioni nozionali del tipo: «il soggetto è l’elemento della frase che fa l’azione».
Questa definizione, assieme a quella corrispondente del complemento oggetto (che sarebbe l’elemento della frase che riceve, o subisce, l’azione), si rivela in molti casi fallace. Infatti se essa può avere una sua validità nel caso di frasi come Mario colpisce Giovanni, il cane corre, appare priva di fondamento nel caso in cui il verbo sia essere oppure nel caso in cui il verbo esprima uno stato (stare, trovarsi, giacere, dormire ecc.): per esempio: il suo vestito è rosa: il libro sta sul tavolo; Ada dorme.
I criteri formali che individuano il soggetto in molte lingue sono essenzialmente tre
-la posizione: nella frase Mario colpisce Giovanni il soggetto è individuato dalla posizione all’inizio della frase;
-il caso: nelle lingue che possiedono le declinazioni il soggetto si mette quasi sempre al nominativo;
-l’intonazione della frase: per esempio, Maria ama Paolo, frase pronunciata senza pausa tra i tre elementi, mostra che il soggetto è Maria; invece Maria /ama Paolo, frase pronunciata con una pausa dopo Maria, significa ‘è Maria che Paolo ama’. cioè Paolo è il soggetto.
Ma i criteri formali non appaiono sufficienti: per definire il soggetto è utile fare appello a considerazioni di ordine logico-semantico. Una distinzione fondamentale è quella tra soggetto grammaticale e soggetto logico. Il primo è il soggetto della frase, individuabile, come abbiamo visto, mediante criteri formali; il secondo è l’agente reale dell’azione. Soggetto grammaticale e soggetto logico possono coincidere oppure no. Per esempio, coincidono nella frase attiva Giorgio ha colpito Giovanni, ma non nella corrispondente frase passiva Giovanni è stato colpito da Giorgio, dove il soggetto grammaticale (Giovanni) non coincide col soggetto logico (Giorgio), che è l’agente del processo. Questa apparente anomalia si può spiegare se teniamo presente il fatto che qualsiasi elemento possiede, in una frase, un ruolo sintattico (soggetto, complemento oggetto, complemento indiretto ecc.) e un ruolo semantico (agente = chi compie l’azione. paziente = chi la subisce, strumento ecc.).
Analizziamo le seguenti frasi
1. Piero rompe il vetro con una pallonata;
2. il vetro è rotto da una pallonata;
3. una pallonata rompe il vetro.
È chiaro che se si considerano i costituenti secondo il loro ruolo sintattico i soggetti risultano essere rispettivamente Piero, il vetro e una pallonata. Dal punto di vista dei ruoli semantici invece in 1 il soggetto è agente, in 2 è paziente (cioè subisce razione), in 3 è strumento. Viceversa il vetro, sebbene ricopra ruoli sintattici diversi – soggetto in 2, oggetto in 1 e 3 -, mantiene il medesimo ruolo semantico di paziente.
L’individuazione del ruolo semantico non è sempre agevole. Se analizziamo la frase il sasso rotolò dal pendio siamo sicuri che il soggetto ricopre il molo semantico di paziente, ma nella frase Andrea rotolò dal pendio siamo in dubbio sul ruolo semantico del soggetto, che può essere agente (se Andrea è rotolato giù volontariamente) o paziente (se qualcuno lo ha fatto rotolare).
Da quanto detto risulta chiaro che una corretta determinazione del soggetto deve tener conto di
1. una prospettiva morfologica e sintattica della frase: si considerano i rapporti tra i componenti della frase e i mezzi con cui tali rapporti sono espressi;
2. una prospettiva semantica e referenziale: la frase è messa in relazione con la realtà extralinguistica cui essa si riferisce;
accanto a queste due prospettive occorre considerarne una terza:
3. una prospettiva enunciativa: la frase è messa in relazione con chi la produce, il quale attua una strategia enunciativa facendo prevalere questo o quel componente della frase.
Applichiamo questi tre punti di vista alla frase il ragazzo canta. Dal punto di vista morfologico e sintattico abbiamo una relazione tra il predicato canta e il soggetto il ragazzo. Dal punto di vista semantico e referenziale il ragazzo è il partecipante, vale a dire colui che prende parte all’avvenimento, mentre canta è appunto l’avvenimento o processo. Dal punto di vista enunciativo il ragazzo è il tema (vale a dire il punto di partenza da cui si sviluppa il discorso) e canta è il rèma d’informazione che aumenta il nostro grado di conoscenza).
Nella frase il ragazzo canta c’è coincidenza tra soggetto, partecipante e tema da una parte, predicato, processo e rèma dall’altra. Ma in altre frasi tale coincidenza non si verifica. Per esempio, nella frase restano due panini il predicato (poco informativo) è il tema, mentre il rèma (più informativo) è il soggetto. Ancora, nella frase arrivò il treno il soggetto in seconda posizione è più informativo: è il rèma; mentre il predicato, meno informativo, è il tema.