I nomi propri di persona rifiutano normalmente l’articolo
Daniele è un bravo ragazzo;
tra poco verrà Mario;
ho scritto a Paola (solo nell’uso regionale dell’Italia settentrionale sono preceduti dall’articolo: ho visto la Carla; telefono alla Mila; aspetto il Riccardo).
Prendono però l’articolo quando sono usati in senso traslato:
si sta rappresentando l’Otello
cioè l’opera lirica di Verdi intitolata Otello; oppure quando sono accompagnati da un nome o da un aggettivo:
l’imperatore Augusto; l’astuto Ulisse.
I cognomi di donne richiedono l’articolo (la Duse), come pure i cognomi al plurale (gli Sforza, i Visconti).
Con i cognomi di uomini, al singolare, l’uso non è costante; nel linguaggio parlato, e sempre più spesso anche in quello scritto, si tralascia l’articolo e si dice perciò:
ho incontrato Rossi più comunemente che ho incontrato il Rossi.
L’uso dell’articolo davanti al cognome si conserva nel linguaggio burocratico e della cronaca giornalistica:
dopo la cattura del Ferri e del Binazzi la pericolosa banda di rapinatori è stata sgominata.
Negli ultimi anni, soprattutto in ambito politico, sociale e culturale, si sta sviluppando la tendenza ad omettere l’articolo anche davanti ai cognomi femminili, per evitare dissimmetrie tra uomini e donne:
ho letto le opere di Deledda (della scrittrice Grazia Deledda);
nella tarda mattinata Rossi e Bianchi si sono incontrati per una colazione di lavoro (invece di Rossi e la Bianchi o la signora Bianchi);
tale uso è molto limitato e riservato a contesti specialistici (come la saggistica) in cui non siano possibili confusioni sull’identità della persona.
Davanti ad alcuni cognomi di personaggi famosi prevale la forma senza articolo:
Garibaldi, Marconi, Pirandello, Verdi, Colombo;
davanti ad altri, invece, prevale la forma con l’articolo:
l’Ariosto, il Tasso.
I soprannomi di personaggi celebri possono avere o no l’articolo.
(il) Botticelli, (il) Tintoretto.
I soprannomi di uso regionale o popolare prendono sempre l’articolo se si tratta di aggettivi sostantivati:
lo Smilzo, il Guercio, il Rosso
mentre con i sostantivi l’uso non è costante:
ho incontrato Patata (o il Patata).
L’articolo è invece sempre presente davanti agli appellativi di patria:
l’Astigiano (Vittorio Alfieri).
In alcuni casi il nome proprio può essere preceduto dall’articolo determinativo plurale o dall’articolo indeterminativo: sono stati i Cavour, i Mazzini. i Garibaldi a costruire l’unità d’Italia; per ritrarre questa scena ci vorrebbe un Michelangelo (o il pennello di un Michelangelo); crede di essere un Einstein (cioè intelligente come Einstein). Qui il nome proprio cessa di indicare un individuo preciso e passa a designare un tipo, una classe di persone, caratterizzate da determinate qualità o difetti. Tale procedimento corrisponde alla figura retorica dell’antonomasia.
Per indicare un’opera d’arte spesso si premette l’articolo al nome dell’autore: quello è un Picasso, un quadro di Picasso.