In questa guida spieghiamo la differenza tra attributo e apposizione
Attributo
L’attributo è un aggettivo che serve a qualificare, determinare, caratterizzare un sostantivo dal quale dipende sintatticamente.
L’attributo può essere riferito al soggetto, al complemento oggetto, a un qualsiasi complemento indiretto, alla parte nominale del predicato nominale e con essi concorda nel genere e nel numero; non può essere riferito al predicato verbale.
Per esempio:
un uomo intelligente risolve problemi difficili
è una frase nella quale intelligente è l’attributo del soggetto (un uomo), difficili è l’attributo del complemento oggetto (problemi).
Luisa è arrivata alla stazione centrale all’ora prevista
è una frase in cui centrale è l’attributo del complemento di moto a luogo (alla stazione), prevista è l’attributo del complemento di tempo (all’ora).
Paola è una ragazza simpatica
è una frase in cui simpatica è l’attributo della parte nominale (una ragazza).
L’attributo può essere costituito da un qualsiasi aggettivo (qualificativo, possessivo, dimostrativo, indefinito, interrogativo ecc.) e anche da un participio usato con valore di aggettivo: quella giovane è mia sorella (mia è attributo della parte nominale); scegli un oggetto qualsiasi (qualsiasi è attributo del complemento oggetto); ho letto un libro entusiasmante (entusiasmante è attributo del complemento oggetto).
L’attributo può essere qualcosa di accessorio che si aggiunge ad un elemento fondamentale della frase oppure può essere parte integrante dell’elemento cui si riferisce. Per esempio, il celebre tenore cantò una bella romanza manterrebbe un senso (sia pure meno preciso) se fossero eliminati i due attributi celebre e bella. Invece la frase con la luce spenta non vedo nulla diventerebbe priva di senso se l’attributo spenta fosse eliminato.
Il valore dell’attributo può essere confrontato sia con il complemento di specificazione sia con il predicato nominale.
Consideriamo per esempio:
l’area comunale – l’area del comune – l’area è comunale
attributo – compl. di specificazione – predicato nominale
Tra del comune e comunale c’è un rapporto di derivazione (da un nome ad un aggettivo): si tratta di due determinanti che non differiscono molto fra loro per le caratteristiche sintattiche e per il significato. Invece tra il sintagma nominale l’area comunale e la frase con predicato nominale l’area è comunale c’è una differenza sintattica: la presenza del verbo essere.
È necessario distinguere tra attributo, parte nominale e complemento predicativo del soggetto. Si confrontino queste tre frasi: il ricco signore passeggia; il signore è ricco; il signore ritorna ricco. Nella prima abbiamo un attributo: infatti l’aggettivo è riferito direttamente al nome; nella seconda abbiamo una parte nominale: l’aggettivo è collegato al soggetto per mezzo della copula essere; nella terza abbiamo un complemento predicativo del soggetto: l’aggettivo è riferito sì al soggetto, ma completa il senso del verbo.
Sapendo che l’attributo serve principalmente a determinare il sostantivo cui si riferisce, osserviamo come tale funzione possa essere svolta nella frase anche da altri elementi.
Per esempio, se confrontiamo
un famoso cantante
con
un cantante di grido
ci accorgiamo che l’aggettivo famoso e il sintagma di grido hanno la stessa funzione di attributo (di sintagmi di questo tipo ne esistono parecchi in italiano: un romanzo d’avanguardia. un appartamento di lusso, uno spettacolo di massa, un cavallo di razza, materiali di recupero, oggetti di scarto ecc.).
Vi sono poi proposizioni relative che hanno la stessa funzione di un attributo: nella frase il brano che segue è tratto dal «Giorno» di Parini la proposizione che segue equivale a ‘seguente‘, cioè a un attributo. I sintagmi preposizionali (di grido, d’avanguardia ecc.) e le proposizioni relative svolgono, con l’attributo, la medesima funzione di determinanti della testa del sintagma nominale.
Volendo distinguere più in particolare le funzioni dell’attributo, se ne possono ricordare tre fondamentali:
-L’attributo può quantificare (funzione quantificatrice): i quattro giovani, il terzo piano, i numerosi visitatori. le poche automobili.
-L’attributo può caratterizzare il sostantivo (funzione caratterizzante), vale a dire può individuare una più ristretta categoria di riferenti fra quelli indicati dal sostantivo e può attribuire a tale categoria un carattere particolare: i ragazzi sportivi, cioè non tutti ma soltanto quelli a cui si applica il carattere di “sportivo”.
Gli attributi cli questo tipo corrispondono alle proposizioni relative determinative (o limitative): i ragazzi che praticano uno sport sono in forma.
-L’attributo può svolgere una funzione esornativa, cioè può esprimere una qualità che è implicita nella definizione stessa del sostantivo cui l’attributo si riferisce: la bianca neve, l’oscura notte, il dolce miele. Appartengono a questo tipo gli epiteti (esornativi che ricorrono nel linguaggio poetico tradizionale: il piè veloce Achille.
Apposizione
L’apposizione è un sostantivo che si mette vicino ad un altro per caratterizzarlo o definirlo meglio.
Come l’attributo, l’apposizione si può riferire al soggetto o ad un qualsiasi complemento. Per esempio, nelle frasi:
il console Cicerone si oppose a Catilina;
il signor Bianchi ama la musica
i sostantivi il console e il signor sono apposizioni dei soggetti Cicerone e Bianchi. Nella frase:
sono andato da Giulio, il meccanico
il sostantivo il meccanico è l’apposizione del complemento da Giulio.
Come appare, l’apposizione può precedere il termine cui si riferisce (il console Cicerone, il signor Bianchi) oppure può seguirlo (Giulio, il meccanico). Quando l’apposizione segue può avere ulteriori determinazioni (attributi o complementi):
Cicerone, il famoso oratore dell’antichità;
Bianchi, l’inquilino del piano di sotto;
Giorgio, l’amico fedele e discreto.
L’apposizione può essere introdotta da preposizioni, avverbi o locuzioni preposizionali:
mio fratello, da giovane, abitava a Roma;
il direttore, come responsabile dell’azienda, prenderà una decisione.
In queste frasi le apposizioni sono costituite dagli insiemi: da giovane, come responsabile dell’azienda.