In questa guida spieghiamo genere e numero dei nomi.
IL GENERE DEL NOME
Rispetto al genere, il nome può essere maschile o femminile.
Per quanto riguarda le persone e gli animali, la distinzione avviene in relazione al sesso, cioè sono di genere maschile i nomi degli esseri animati di sesso maschile:
padre, scrittore, infermiere, gatto, leone;
mentre sono di genere femminile i nomi degli esseri animati di sesso femminile:
madre, scrittrice, infermiera, gatta, leonessa.
Tuttavia non sempre esiste una corrispondenza tra genere “grammaticale” e genere “naturale”: vi sono infatti alcuni nomi di persona che, pur essendo femminili sotto il profilo grammaticale, designano per lo più uomini: la guardia, la vedetta, la sentinella, la recluta, la spia ecc.
viceversa ve ne sono altri che si riferiscono a donne, sebbene siano di genere grammaticale maschile:
il soprano, il mezzosoprano, il contralto.
In questi casi, l’accordo delle parole che si riferiscono al nome va fatto tenendo conto del genere grammaticale:
la guardia è svelta; la sentinella è attenta; il soprano è bravo (non brava); le reclute sono arrivate (non arrivati).
Per i nomi di cosa (quando diciamo cosa ci riferiamo sia a cose concrete sia a “cose” astratte) la distinzione tra genere maschile o femminile è puramente convenzionale: solo l’uso ha stabilito che parole come abito, fiume, clima siano maschili, mentre altre come cenere, sedia, crisi siano femminili.
Oltre all’esperienza e alla consultazione del vocabolario, gli elementi che possono aiutarci a determinare il genere di un nome sono due: il significato e la terminazione.
Secondo il significato. sono di genere maschile:
-i nomi degli alberi: l’abete, l’arando, il melo, il pino, il pioppo, l’ulivo; ma ve ne sono anche di femminili: la palma, la quercia, la vite;
-i nomi dei metalli e degli elementi chimici: l’oro, l’argento, il ferro, il rame, il bronzo; l’ossigeno, l’idrogeno, l’uranio;
-i nomi dei mesi e dei giorni della settimana (tranne la domenica): I’afoso agosto, il freddo dicembre, il lunedì, il sabato;
-i nomi dei monti, dei mari, dei fiumi e dei laghi: il Covino, l’Etna, l’Everest, i Pirenei; l’Atlantico, il Tirreno; il Tevere, il Tamigi, il Danubio; il Garda, il Trasimeno. Ma parecchi nomi di monti sono femminili: la Maiella, le Alpi, le Dolomiti, le Ande;
-i nomi dei punti cardinali: il Nord (il Settentrione). il Sud (il Mezzogiorno, il Meridione). l’Est (il Levante, l’Oriente), l’Ovest (il Ponente. l’Occidente).
Sono invece di genere femminile:
-i nomi dei frutti: la ciliegia, la mela, la pera, l’albicocca, la pesca, la banana.
Notevole è, tuttavia, il numero di quelli maschili: il limone, il dattero, il fico, l’ananas: anche arancio tende ad affermarsi come nome del frutto, prevalendo così sulla forma più propria arancia;
-i nomi delle scienze e in genere delle nozioni astratte: la matematica, la chimica, la biologia, la linguistica, la bontà, la giustizia, la fede, la pace;
-i nomi dei continenti, degli Stati, delle regioni, delle città e delle isole: l’Europa, l’Africa: l’Italia, la Francia, la Spagna, l’India, l’Argentina; la Toscana, la Calabria, l’Umbria, le Marche; la dotta Bologna, la Sicilia. la Sardegna, la Groenlandia, le Antille. Ma numerosi sono anche i nomi maschili; tra quelli di Stati e di regioni: il Belgio, l’Egitto, gli Stati Uniti; il Piemonte, il Lazio; fra quelli di città e di isole: il Cairo, il Madagascar.
Secondo la terminazione, sono di genere maschile:
-i nomi con la desinenza in -o: il libro, il prezzo, il quadro, il vaso, il muro. Non molti sono i casi di femminile: la mano, la radio, la dinamo, la moto, l’auto. la foto, la virago, la biro. Eco al singolare è di preferenza femminile (un’eco, una forte eco), ma tende ad essere usato anche come maschile; al plurale invece è sempre maschile ( gli echi);
-i nomi terminanti in consonante, per lo più di origine straniera: lo sport, il bar, il gas, il tram, il film; ma vi sono anche forestierismi terminanti con la consonante e di genere femminile: la gang, la holding.
Sono invece di genere femminile:
-i nomi con desinenza in -a: la casa, la sedia, la penna, la terra, la pianta. Sono molti però anche quelli maschili. A parte i nomi in -a che valgono per entrambi i generi (tipo il giornalista, la giornalista), sono maschili vari nomi derivanti dal greco, specie con terminazione in -ma: il poema, il teorema, il problema, il diploma, il dramma; e alcuni altri come il vaglia, il pigiama, il nulla;
-i nomi con desinenza in -i: la crisi, l’analisi, la diagnosi, l’oasi. Ma brindisi è maschile;
-i nomi terminanti in -tà e in -tù: la bontà, la civiltà, la verità, l’austerità; la virtù, la gioventù, la servitù.
I nomi con desinenza in -e, a meno che non rientrino in qualche classe suffissale (-zione, -toro, -ite), possono essere o di genere maschile o di genere femminile: il ponte, l’amore, il fiume, il dente; la mente, la fame, la notte, la chiave.
IL NUMERO DEL NOME
Rispetto al numero, i nomi hanno due forme: singolare e plurale; la prima serve ad indicare un solo essere animato o una sola cosa, la seconda più esseri animati o più cose.